16 agosto 2009, Cinque Torri d'Averau (Dolomiti)

Trovarsi al cospetto delle Dolomiti senza allenamento è una sofferenza, ma qualche alternativa si trova sempre. Così questa volta siamo andati in gita alle Cinque Torri, dove una comoda seggiovia porta rapidamente in quota al non modico prezzo di poco più di 9 Euro.
Lo scenario che si apre di fronte alle Cinque Torri d'Averau è stupendo. A SW si alza la mole dell'Averau (2647 m), col suo piano sommitale circondato da pareti dolomitiche. Lo spettacolo però è a Nord, dove si mettono in fila ed in bella mostra le Cime di Fanes e la Tofana di Rozes. Oltre la conca d'Anpezo si alzano il Cristallo ed il Sorapis. Bellissimo, nemmeno troppa gente per essere il giorno dopo ferragosto in un posto celebre e servito da seggiovia.


Averau (2647 m)
dal rifugio Scoiattoli
Le Cinque Torri sono in verità un po' più numerose. Cinque sono quelle che si stagliano nettamente contro il cielo guardando dal fondovalle. Si vedono molto bene dalla strada d'Alemagna nei pressi di Suel, la prima vila di Anpezo salendo la valle della Boite. Guardandole da vicino queste torri sono chiaramente i resti sfasciati di un massiccio più grande. Le frane hanno portato via quasi tutta la montagna, lasciando questi pilastri formati da grosse bancate di dolomia, che sembrano quasi appoggiate l'una sull'altra in equilibrio, dando un senso di precarietà. Qualche anno fa una delle torri di questo complesso è crollata di schianto, destando grande scalpore. Ricordo che Reinhold Messner allora lanciò un grido d'allarme: bisogna conservare le Dolomiti. Mi pare che propose di consolidare le torri con metodi di ingegneria. Evidentemente la carenza d'ossigeno in alta quota ha avuto qualche effetto sul fortissimo alpinsta sudtirolese. Le Cinque Torri sono figlie delle frane, scolpite dal così detto "dissesto idrogeologico". Sottrarle alle dinamiche naturali sarebbe sbagliato, stupido, dispendioso e probabilmente inutile.


Panorama su Fanes e Tofane
dal Rifugio Scoiattoli


Lagazuoi e Fanes
da una trincea coperta
Dall'arrivo della seggiovia ci siamo diretti verso NE, dove si trova un complesso di postazioni italiane risalenti alla I Guerra Mondiale. Le strutture militari sono state restaurate per restituire loro l'aspetto originale. Il percorso attraverso i camminamenti, posti di avvistamento e postazioni di artiglieria è stato perfettamente ripristinato e corredato di piccoli pannelli didattici, dove vengono fornite informazioni riguardo ai luoghi, funzioni delle postazioni ed alcune testimonianze di combattenti. La zona dell'Averau era nella seconda linea italiana e serviva sopra tutto per piazzare le batterie di artiglieria destinate a battere la zona fra il Lagazuoi ed il fianco della Tofana di Rozes. Un pezzo da 70/25 è stato sistemato su una piazzola restaurata e coperta. Un po' dovunque ci sono delle gabbie di rete contenenti ricostruzioni di posti con dei manichini vestiti con le divise dell'epoca.
Dopo il primo giro delle trincee ci siamo addentrati nella piccola foresta di torri. Personalmente sono rimasto ancora una volta estasiato dalla qualità della roccia che, quasi dovunque, è ottima, molto ben appigliata ed asciutta. Ovviamente ci sono le eccezioni, ma in generale devo dire che dove la roccia è brutta la sua qualità è decisamente migliore rispetto a quella dei posti che frequento sulle Carniche.


Corda doppia
da una torre
Le pareti delle torri sono letteralmente coperte da una ragnatela di vie di arrampicata. Si vedono dovunque placchette di spit, catene, cordini che pendono nel vuoto. Guardo con una certa invidia quelli che arrampicano su quella roccia stupenda. Provo a mettere le mani su ogni attacco che trovo e mi sembrano straordinariamente poco unti, per essere così frequentati. Ci sono molte guide che insegnano a bambini o adulti alle prime armi. Proprio un ottimo posto per imparare ad arrampicare: bella roccia, accesso facile, ambiente stupendo.
Dalla sommità di un paio di torri scendono corde doppie per la calata delle cordate che hanno concluso la loro salita. Giusto in tempo per evitare la pioggia. Le nubi si addensano rapidamente sopra le Cinque Torri ed inizia una leggera pioggerellina, del tipo che non desta preoccupazioni particolari, non si sente tuonare nemmeno un fulmine. Molte cordate continuano a salire. Probabilmente hanno pochi giorni di ferie e rinunciare significherebbe dovere attendere un altro anno. Le torri sono basse e vicine a due rifugi. Certo in caso di temporale non vorrei trovarmi su quelle cime esposte ai fulmini, ma il problema non sembra interessare quelli che stavano arrampicando il 16 agosto nel periodo più caldo ed affollato per le Dolomiti.
Noi scendiamo lungo i camminamenti di guerra verso la valle del Ru de Fouzarego. La pioggia è fastidiosa quanto basta e rende scivoloso il sentiero. Dopo un'ora circa il rumore prepotente dei motori ci dice che la strada è vicina. La pioggia cessa di infastidirci. Passiamo accanto al laghetto del Bain de Dones, immerso nel bosco di conifere, e torniamo alla stazione inferiore della seggiovia.


Vista più grande
attenzione: il percorso segnato è indicativo, consultare una mappa topografica aggiornata
RIPARO NATURALE; MALGA; BIVACCO; RIFUGIO


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