Pontebane - appunti di un giorno nelle Alpi Carniche orientali
testo e foto di Giuseppe-Adriano Moro
Lungo la strada che sale al Passo Cason di Lanza mi fermo su un tornante. La valle del Pontebane si apre sotto i miei occhi, spingendosi ampia a verde verso Est. Ormai l'ho percorsa quasi tutta. Ancora un paio di tornanti e sarò alla piccola malga di Cjaserute, quindi al passo.
Laggiù in fondo le grandi moli rocciose delle Alpi Giulie si stagliano contro il cielo, dove qualche nuvola ha iniziato a farsi vedere. E' il preludio alla solita perturbazione che interesserà il Friuli durante il fine settimana. Fortunatamente questa volta sono stato costretto ad uscire dall'ufficio per passare due giorni fra montagne e torrenti. Sono certo che dovrò ripagare questa fortuna con decine di ore di sterili riunioni e chissà quante pagine di relazioni e resoconti, ma per ora sono qua, sotto il sole, sulle Alpi, con un cielo sempre più bello.
Torno ad avviare l'auto e mi dirigo verso il passo. Ho deciso che mi fermerò lì a mangiare. Peccato che mi sia portato dietro lo spek e del pane, perché al passo c'è l'osteria con la cucina che a quest'ora sarà aperta.
Al Passo Cason di Lanza tutto sembra più solare ed aperto. E' incredibile, perché la valle che ho appena percorso è molto ampia. Eppure quassù, dove la valle del Pontebane si incontra con quella del rio Malinfier, l'altipiano sembra essere una sequenza infinita di balze verdi. Dietro le ondulazioni fa capolino la Crete di Aip, un bellissmo blocco di calcare paleozoico che sembra intagliato da qualche misteriosa divinità carnica.
Mi piazzo vicino alle rive della pozza che si trova a fianco della strada asfaltata. Le pozze di alpeggio sono quasi sempre artificiali, a maggior ragione qui, dove il carsismo rende difficile la raccolta dell'acqua. Alcuni ruscelli scorrono dove il terreno è costituito da arenarie, ma appena il calcare fa capolino, tutto scompare. Da speleologo trovo affascinante questa zona, dove ho passato un po' di tempo cercando (invano) il grande abisso. A vent'anni si è affascinati dai numeri e dalle sfide. Oggi mi accontenterei di capire come si muove l'acqua dentro la montagna. Invecchiando si diventa più ambiziosi.
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